Un film fantastico che vale la pena di vederlo!
"Spero che questa storia vi sorprenda, vi distragga, vi inquieti, vi diverta e vi commuova. Forse sono troppe. Vabbè, ma anche una sola di queste già sarebbe una cosa straordinaria per un film". Questo l'auspicio di Benigni che di sicuro verrà soddisfatto. Perché tutte queste reazioni si verificano dinanzi a La tigre e la neve anche se in alternanza tra loro e con qualche spazio intermedio di eccessiva attesa.
Attilio è un poeta che ogni notte sogna di sposare la donna della sua vita, Vittoria, che nella realtà lo sfugge di continuo. Quando lei, partita per un'intervista al più importante poeta iracheno rientrato in patria in prossimità della guerra, verrà gravemente ferita Attilio la raggiungerà e farà di tutto per salvarla. Non ci saranno ostacoli che potranno fermarlo nel tentativo di farla sopravvivere: dalla mancanza di medicinali al posto di blocco in cui verrà ritenuto un terrorista.
È una storia di amore quella che Benigni ci propone questa volta. Quell'amore che, partendo dai singoli, può portare la vita al suo massimo splendore. Il regista e attore toscano non ci offre un film "comico" (anche se le sue usuali gag non mancano) ma una riflessione poetica (di grande qualità la "lezione" sul fare poesia) sul bisogno di speranza che il mondo moderno nutre, anche quando sembra che il cinismo domini. Una speranza che non pretende di abbracciare teoricamente l'umanità ma che parte dal darsi da fare per la concreta salvezza di un essere umano. Magari pregando Allah con un Padre Nostro e nel frattempo cercando di far spostare una mosca dal capezzale di chi sta soffrendo. C'è chi ha braccia così grandi da credere di poter abbracciare il mondo ma troppo corte per accogliere un amico. L'Attilio di Benigni e Cerami è esattamente l'opposto.
È una storia di amore quella che Benigni ci propone questa volta. Quell'amore che, partendo dai singoli, può portare la vita al suo massimo splendore. Il regista e attore toscano non ci offre un film "comico" (anche se le sue usuali gag non mancano) ma una riflessione poetica (di grande qualità la "lezione" sul fare poesia) sul bisogno di speranza che il mondo moderno nutre, anche quando sembra che il cinismo domini. Una speranza che non pretende di abbracciare teoricamente l'umanità ma che parte dal darsi da fare per la concreta salvezza di un essere umano. Magari pregando Allah con un Padre Nostro e nel frattempo cercando di far spostare una mosca dal capezzale di chi sta soffrendo. C'è chi ha braccia così grandi da credere di poter abbracciare il mondo ma troppo corte per accogliere un amico. L'Attilio di Benigni e Cerami è esattamente l'opposto.
Giancarlo Zappoli
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=35387
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