Ιταλική γλώσσα

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venerdì 31 maggio 2013

Chiavi: Ascolto Avanzato 28. Rapina a mano armata

Quella mattina, il 29 ottobre, io ero qui a lavorare su questo banco, che riparavo degli orologi, e si è presentata questa persona; la porta era aperta, è entrato chiedendomi un brac ciale che c’era in vetrina, che è poi questo. Io gliel’ho fatto vedere, però aveva un at teggiamento strano, aveva le mani in tasca, non era una persona tranquilla. Allora ho avuto... pensato che ci fosse qualche cosa di anomalo. Allora prendo il cordless, il telefono, e scendo lì; “scusa, devo fare una telefonata”, e sono andato qua nel retro. Sono venuto nel retro, volevo chiamare il 113, a quel punto però me lo sono trovato lì. M’ha dato un colpo, mi ha strappato questo, mi ha picchiato in viso molto forte, sbattendomi da questa parte. Mi ha preso dal bavero della giacca, mi ha sbattuto qua, chiedendomi immediatamente le chiavi per aprire la cassaforte, chiedendomi i soldi che avevo in tasca; a quel punto mi ha chiesto anche le chiavi del negozio. Ho avuto un momento
di paura, perché non capivo questa richiesta. Lui... gli ho detto che era lì, lui è uscito mettendosi la mano dietro il giaccone, uscendo, chiedendomi di dargli le chiavi. Io so no venuto dietro di lui; uscendo ho notato immediatamente che la cassaforte era stata svuotata, così come alcuni cassetti. A quel momento mi sono anche reso conto ...un dettaglio, che tutti e due avevano il viso scoperto, parlavano tranquillamente il loro dialetto, la... qualcosa mi ha procurato un’ulteriore preoccupazione. Gli ho indicato le chiavi che erano qui, che lui ha preso e ha messo in tasca. A quel punto ho pensato che vadano via allora ho detto “Guardate che ci sono due telecamere che vi guardano in diretta, fra un minuto o due sarà qui la polizia”. ...Ho sentito che uno diceva “no, abbia mo ancora uno minuto e mezzo – due”, l’altro diceva “andiamo”, insomma alla fine la cosa non aveva dato il risultato che io mi aspettavo. Ho indicato quella telecamera, il primo rapinatore si è voltato, io ho approfittato di quel momento per pigiare il bottone del 113, aprire il tiretto ed estrarre la mia rivoltella, puntandogliela addosso, urlando allo stesso tempo “andate via, andate via, che vi ho aperto la porta”. Lui si è voltato, contrariamente a quello che io mi aspettavo, mi si è buttato addosso, dicendo “cosa vuoi fare con quel giocatolino?”. Io sono retrocesso fino a entrar qua nel retro, ho pensato “sparo qualche colpo per fagli vedere che non è un gioco”. Ho sparato tre colpi; a quel punto lui si è chinato muovendo il braccio, allora ho detto “devo sparargli ad dosso” e ho sparato il quarto colpo (che era il pallino)... con il quale ho ferito tutti e due. Il quinto colpo si è ficcato qua dentro. A quel punto lui si è girato, ha scavalcato il suo compare che si era casciato e, a costole sulla porta, è uscito. Lui si... anche lui è corso dietro. A quel
punto, però, quando è arrivato alla porta, si è casciato e si è di steso lì. Io ho lasciato qui  la mia rivoltella e sono corso subito fuori, praticamente a ruota del primo, urlando “chia mate un’ambulanza, un’ambulanza!”. Io sono tornato dietro imm e diatamente, gli ho preso una mano, l’ho stretta forte, poi gli ho accarezzato la fronte, gli ho detto “tieni duro, che ho già chiamato l’ambulanza.”

CHIAVI
1b, 2c, 3b, 4d, 5b, 6c

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