Ιταλική γλώσσα

Ένα ιστολόγιο αφιερωμένο στην Ιταλία, στην ιταλική γλώσσα και στην εκμάθηση της...
English French German Spain Italian Dutch Russian Portuguese Japanese Korean Arabic Chinese Simplified

mercoledì 23 maggio 2012

Beppe Severgnini: il condominio e gli italiani



L'appartamento - superficie media, cento metri quadrati - è la nostra tana. Avete in mente gli scoiattoli? Trovano un buco accogliente, lo riempiono di provviste e vanno in letargo. Noi, lo stesso: ci chiudiamo dietro le nostre porte blindate, circondati di cose, e restiamo lì ad auscultare il mondo. Ogni tanto ci azzuffiamo con gli altri scoiattoli.

Per capire la cupa meticolosità che mettiamo in certe discussioni, dovete conoscere la definizione giuridica: il condominio è «una figura particolare di comunione che si esplica nelle parti comuni di un edificio». Non è soggetto a scioglimento: la comunione perciò viene detta «forzosa». Aggettivo impeccabile. È l'aspetto obbligatorio, infatti, che complica la convivenza. In America due vicini possono litigare per un prato malrasato, in Germania per un odore molesto, in Inghilterra per una siepe, in Svizzera per un cane irrequieto. In Italia, i condòmini dispongono di un arsenale di pretesti.
Il catalogo è questo: ripartizioni delle spese, che generano sospetti; danneggiamenti, che sembrano dispetti; infiltrazioni, che suscitano ipotesi leggendarie; auto parcheggiate male, che irritano chi rincasa per ultimo. Seguono: installazione di antenne e parabole, immondizia fuori posto, porte che sbattono nella notte. 

Il condominio crea nuovi tipi umani. C'è il Condomino Callido: non si presenta in assemblea, facendo mancare il numero legale. C'è il Condomino Avvocatesco, che non è quasi mai un avvocato: ha solo un'infarinatura legale e si presenta col codice sotto il braccio. C'è il Condomino Miope: si accorge della lampadina fulminata solo se è davanti alla porta di casa sua. C'è il Condomino Tribuno: ama sollevare la Scala A contro la Scala B, rivendicando misteriosi diritti di primogenitura. La cosa interessante è che qualcuno gli dà retta. C'è la Condomina Rissosa, che conosce a memoria il regolamento, grida «Voglio che sia messo a verbale quanto dico!», e poi denuncia tutti. Quasi sempre il giudice propende per la compensazione delle spese legali, e lei ci rimette comunque dei soldi: ma non le importa, perché la lite le ha fornito una ragione di vita. Ho saputo di un intero condominio  in causa con l'inquilino dell'ultimo piano il quale, preoccupato per i costi del riscaldamento a metano, ha costruito un camino e ha installato un montacarichi per portar su la legna, tagliata di notte con la sega elettrica nel locale garage. Sembra il preambolo di un racconto dell'orrore: sarebbe interessante sapere come va a finire.

Nessun commento:

Posta un commento