Πρόκειται για ένα άρθρο του oggi24.it το οποίο μας παρουσιάζει μια πρόσφατη εικόνα της ελληνικής κοινότητας φοιτητών στην Ιταλία.
Σύμφωνα με το άρθρο το ποσοστών των Ελλήνων φοιτητών έχει μειωθεί κατά πολύ σε αντίθεση με το ποσοστό των Κύπριων φοιτητών, (τουλάχιστον μιλώντας για την περσινή χρονιά) ενώ νέοι Έλληνες φοιτητές περιγράφουν τις δυσκολίες που αντιμετωπίζουν.
di Simona Martini
Le
matricole italiane sono confuse, la crisi acceca e oltre il 60% dei
giovani italiani sbaglia la scelta della facoltà. Quelli greci sbagliano
addirittura paese.“Io me la sono sempre cavata da sola: lavoro, sono autonoma, non dipendo dalla mia famiglia. Guadagno e mi mantengo”, Vicky Drygiannaki, studentessa greca, spiega come riesce a vivere e studiare in Italia, nonostante il suo paese affondi nella crisi.
Studia a Perugia ‘Sistemi di Comunicazione nelle Relazioni Internazionali’, laurea specialistica dell’Università per Stranieri. La sua storia è un’eccezione, perché come i fuorisede italiani, gli studenti greci in Italia solitamente sono mantenuti dalle famiglie. Il loro compito è studiare e portare a casa, in Grecia una laurea a volte difficile da ottenere in patria.
Perché in Grecia, studiare all’università, non è cosa per tutti: numero chiuso in tutte le facoltà, pochi posti, difficilissimo l’accesso. Allora chi non riesce migra, meglio migrava.
Una prassi consolidata: lauree riconosciute, una folta comunità greca pronta ad accogliere i nuovi ‘fratelli’ arrivati in Italia, concittadini e compagni di studi con identici obiettivi. Difficoltà: sopratutto imparare una nuova lingua, non solo quanto basta per la ‘sopravvivenza’ ma per seguire le lezioni in italiano, parlare e scrivere in modo corretto, conseguire il titolo di studi.
Il tutto nella nostalgia di casa.
E stato così fino ad 1 anno e mezzo fa, quando la crisi ha scoperto i guasti della Grecia e dei greci in Italia…
“Io sono qui da un anno – racconta Vicky – non so come fosse prima. Però mi hanno detto che il numero di studenti greci è molto diminuito. Continuano ad esserci nelle facoltà scientifiche come medicina, ma in quelle umanistiche sono pochissimi”, e lei infatti non ne conosce, frequenta più che altro ciprioti: stessa lingua, stessa cultura ma differenti soldi in tasca. A Cipro non c’è la crisi greca.
A 23 anni, laureata in Grecia, Vicky fa volantinaggio a Perugia. A Creta, dove è nata, serviva in un ristorante. Lavora duro tutta l’estate per tornare in Italia con i suoi risparmi da investire nel futuro: la seconda laurea. E dopo?
“Non rimarrò in Italia, sicuramente in Europa. Dipenderà dai prossimi anni. Spero che la Grecia migliori per tornare a casa mia. La crisi è forte, i problemi sono seri e di tutti”.
Chi si può permettere un figlio o due all’Università secondo Vicky sono solo i professionisti: medici, avvocati con una posizione economica solida anche in tempi duri. Lei ha trovato modo di cavarsela, era già indipendente prima della crisi. Ha imparato durante gli anni più bui del popolo greco. Ma non tutti sono così, non tutti hanno spalle così larghe…
Le ‘matricole greche’ sono diminuite: dal 2009 al 2011 secondo il Miur, nell’anno accademico in corso sono cadute da 300 a 239. Uguale per i nuovi iscritti: da quasi 3000 a 2254 studenti greci. Sembrerebbero nulla, invece sono tanti, anche troppi. Con un dubbio: quanti sono ancora in Italia? Quanti hanno mollato tornando in Grecia perché i genitori non potevano più permettersi l’affitto?
La crisi ha colpito duro: tagli ai bisogni primari, figuriamoci nello studio anche se si tratta del futuro, la vita dei giovani greci.
Efi Miskedakis, 29 anni, da 9 a Perugia, ce l’ha fatta! Si è appena laureata all’Università per Stranieri in Filologia Moderna. Lei ha vissuto il cambiamento: “Siamo rimasti in 4 gatti. Ci sono molti più ciprioti che greci. Il 90% dei grecofoni viene da li. Sono anni che i greci non vengono più in Italia, sicuramente per la crisi. La situazione è tragica. Qui a Perugia c’è il consolato greco: quando mio fratello studiava qui, 10 anni fa, eravamo 2-3000 compatrioti”.
Chi conosce la ‘città degli studenti’, capoluogo umbro, ricorda con amarezza gruppi di giovani greci muoversi per i vicoli medievali, passeggiare in corso Vannucci, radunarsi sulle scalinate di Piazza IV novembre davanti alla fontana di fine ‘200. E poi le feste greche dove si vivevano momenti di cultura ellenica: ricchezza anche per gli italiani.
“Ora è tutto diverso. Un greco veniva a Perugia per fare medicina, farmacia o legge. Cosi era molto più facile trovare lavoro con queste lauree. Si laureavano e tornavano in Grecia. Anche tutti sono tornati a casa”.
Efi, invece, sogna diverso… “Non voglio tornare in Grecia, perché non c’è lavoro. Farò il dottorato di ricerca ad ottobre, cerco lavoro a Perugia. Un lavoro stagionale, se non trovo niente me ne vado anche dall’Italia, più a nord”.
Ed i più giovani? Le prossime generazioni? I greci alle scuole superiori?
“Pochi faranno l’università in Grecia, ma studieranno ciò che avrebbero voluto. Se io fossi rimasta avrei fatto Scienze Infermieristiche, passai il test di quella facoltà. Mio fratello era entrato ad Archeologia ma è venuto a Perugia per Giurisprudenza. Magari tu vuoi fare il medico, invece dovrai occuparti di allevare pesci. Molti non studieranno o studieranno cose che non gli piacciono”. Esiste un modo peggiore per cancellare il futuro?
Anche la famiglia di Efi, come quasi tutti in Grecia sta soffrendo: madre casalinga, padre pensionato, come si fa a tirare avanti?
“A Syros, la mia isola, la gente continua a sorridere. La Germania ci ha battuti agli europei, ma non ancora buttati fuori dall’Europa. Vogliamo crederci, dobbiamo crederci: una volta eravamo il centro del mondo”.
Cara Efi, resisti. Chi ha già ucciso la Grecia, può uccidere anche noi. Attenzione.
πηγή; http://oggi24.it/attualita/grecia-studenti-crisi-germania-battuti-6970.html
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