Andrea Pelliccia, Irpps-CNR
La presenza degli studenti greci
nelle università italiane è stata da sempre significativa e consistente, determinando l’andamento
generale della presenza degli studenti stranieri in Italia. Nonostante
una considerevole contrazione della mobilità studentesca greca nelle università italiane,
l’Italia, dopo il Regno Unito e la
Germania, continua a rappresentare uno dei principali
Paesi di destinazione per gli studenti provenienti dalla
Grecia.
L’Irpps-Cnr ha di recente svolto
un’indagine qualitativa sulla mobilità degli studenti greci in Italia (A.Pelliccia, Ulysses
undecided. Greek student mobility in Italy, Aracne editrice, Roma, 2012). Tale
indagine è risultata di estrema utilità per comprendere le caratteristiche del capitale umano greco nelle
università italiane e le ragioni che spingono gli studenti a lasciare il
proprio Paese, e soprattutto in questa fase che vede la Grecia attraversare una crisi economica
senza precedenti. Obiettivo della ricerca sono stati l’analisi del progetto migratorio, il percorso
formativo, le aspettative di studio, la valutazione delle strutture universitarie e
le prospettive di lavoro, prendendo come ipotesi di partenza la “metafora di Ulisse”, ossia un
possibile ritorno in Grecia dove cercare di utilizzare il proprio capitale
culturale.
All’interno di una prospettiva
transnazionale, sono state analizzate le dinamiche di inserimento nel tessuto sociale nella città di Roma, il
processo di costruzione della propria identità culturale e il legame con
i network greci intesi come fattori di identificazione sociale e di valorizzazione del proprio patrimonio
culturale in presenza di contesti transnazionali. Tra i numerosi risultati, dalla
ricerca è emerso che la principale motivazione del progetto migratorio dipende dall’esclusione
dal sistema universitario ellenico che spinge molti giovani a lasciare il
proprio Paese in cerca di altre mete di studio. Nel caso della scelta dell’Italia, all’esclusione
dal sistema universitario si affiancano fattori di attrazione quali la vicinanza geo-culturale,
la presenza di network, l’individuazione della facoltà prescelta come migliore rispetto
a quelle di altri Paesi ed il prestigio attribuito al conseguimento di un titolo accademico italiano.
Ovviamente non vanno tralasciate le ulteriori motivazioni (alcune specifiche e
altre a carattere generale) che svolgono un ruolo significativo nel determinare la
mobilità degli studenti: la socializzazione anticipatoria, il background formativo, le
attitudini personali, il desiderio di vivere un’esperienza all’estero o le caratteristiche strutturali
della società di destinazione.
Tra gli altri risultati è emerso
che sono molti gli studenti intenzionati a tornare in Grecia dopo il completamento dei
propri studi in Italia, anche se metà di essi non è assolutamente in grado di definire il periodo. Complessivamente,
il 63% delle persone intervistate ha dichiarato di voler ritornare
in Grecia, il 19% non è in grado di dare una risposta mentre il 18% afferma che tra i
progetti di vita non è previsto un ritorno in patria.
Gli studenti intervistati durante la
loro lunga assenza si identificano nel loro luogo natio, mantenendo vivo il legame con la Grecia e pensando, come
accennato, ad un possibile ritorno. Tuttavia mostrano una
forte indecisione sul periodo della sua effettuazione o, addirittura, mettono in seria
discussione un possibile rientro.
È stato inoltre evidenziato che
le aspettative di costruirsi un futuro e di trovare un lavoro corrispondente al proprio
percorso formativo sono molto basse. Preoccupati e consapevoli delle gravose conseguenze e degli
effetti negativi che l’attuale crisi economica ha innescato nel proprio Paese,
gli studenti ellenici prendono in considerazione anche la possibilità, una volta rimpatriati, di partire nuovamente verso altri
Paesi se le loro aspettative non dovessero essere soddisfatte.
Ciò sta a significare che, oltre che ad un esodo finalizzato allo studio, si
configura anche il rischio del
brain
drain laddove si
decide di abbandonare nuovamente il proprio
Paese alla ricerca di migliori condizioni di vita, della crescita professionale in
relazione agli studi compiuti, di una maggiore soddisfazione a livello retributivo e di una
qualità della vita superiore.
Tra coloro che non sono
intenzionati a tornare nel Paese di origine il 53% ha dichiarato di volersi trasferire in un altro
Paese che non sia la Grecia
o l’Italia, mentre il 47% indica l’Italia come
possibile luogo dove rimanere a vivere. Questa componente di studenti non sceglie la Grecia come Paese in cui
mettere a frutto le esperienze formative accumulate ma preferisce rimanere
all’estero per continuare gli studi post-laurea e per cercare un lavoro. Sono
studenti alla ricerca di un destino migliore, convinti che la
Grecia non sia il luogo ideale
per il riconoscimento e la valorizzazione delle conoscenze e competenze acquisite, ben
consapevoli delle opportunità di lavoro sempre più scarse nell’attuale congiuntura
economica. La visione pessimistica sulle sorti del proprio Paese li spinge, così, a cercare nel
futuro orizzonti migliori in Italia, o in altri Paesi europei (Inghilterra, Svezia, Germania,
Danimarca, Francia, Austria, Svizzera, Olanda, Spagna e Belgio) o extra europei (Stati
Uniti e Dubai).
Questo discorso vale soprattutto per gli studenti iscritti a medicina, contrari a
tornare in patria e ad affrontare i problemi strutturali dell’organizzazione sociale greca
(liste di attesa per studi di specializzazione, livello alto di corruzione, mancanza di
prospettive professionali, ecc.). Ovviamente non è la fuga dei cervelli la causa principale
della crisi economica che la
Grecia sta attraversando oggi. Tuttavia se questo esodo massiccio di
capitale umano dovesse assumere dimensioni ancora più grandi, come sembra
probabile, la situazione potrebbe sicuramente peggiorare e così la Grecia continuerebbe a subire effetti
depressivi per la propria economia e a perdere quelle risorse umane di cui ha
bisogno per la ripresa socio-economica.
Πηγή: http://www.west-info.eu/files/2013_EMN_VI_Report.pdf
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