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lunedì 3 giugno 2013

Articolo: Gli Studenti Greci Italia


Andrea Pelliccia, Irpps-CNR

La presenza degli studenti greci nelle università italiane è stata da sempre significativa e consistente, determinando l’andamento generale della presenza degli studenti stranieri in Italia. Nonostante una considerevole contrazione della mobilità studentesca greca nelle università italiane, l’Italia, dopo il Regno Unito e la Germania, continua a rappresentare uno dei principali Paesi di destinazione per gli studenti provenienti dalla
Grecia.
L’Irpps-Cnr ha di recente svolto un’indagine qualitativa sulla mobilità degli studenti greci in Italia (A.Pelliccia, Ulysses undecided. Greek student mobility in Italy, Aracne editrice, Roma, 2012). Tale indagine è risultata di estrema utilità per comprendere le caratteristiche del capitale umano greco nelle università italiane e le ragioni che spingono gli studenti a lasciare il proprio Paese, e soprattutto in questa fase che vede la Grecia attraversare una crisi economica senza precedenti. Obiettivo della ricerca sono stati l’analisi del progetto migratorio, il percorso formativo, le aspettative di studio, la valutazione delle strutture universitarie e le prospettive di lavoro, prendendo come ipotesi di partenza la “metafora di Ulisse”, ossia un possibile ritorno in Grecia dove cercare di utilizzare il proprio capitale culturale.
All’interno di una prospettiva transnazionale, sono state analizzate le dinamiche di inserimento nel tessuto sociale nella città di Roma, il processo di costruzione della propria identità culturale e il legame con i network greci intesi come fattori di identificazione sociale e di valorizzazione del proprio patrimonio culturale in presenza di contesti transnazionali. Tra i numerosi risultati, dalla ricerca è emerso che la principale motivazione del progetto migratorio dipende dall’esclusione dal sistema universitario ellenico che spinge molti giovani a lasciare il proprio Paese in cerca di altre mete di studio. Nel caso della scelta dell’Italia, all’esclusione dal sistema universitario si affiancano fattori di attrazione quali la vicinanza geo-culturale, la presenza di network, l’individuazione della facoltà prescelta come migliore rispetto a quelle di altri Paesi ed il prestigio attribuito al conseguimento di un titolo accademico italiano. Ovviamente non vanno tralasciate le ulteriori motivazioni (alcune specifiche e altre a carattere generale) che svolgono un ruolo significativo nel determinare la mobilità degli studenti: la socializzazione anticipatoria, il background formativo, le attitudini personali, il desiderio di vivere un’esperienza all’estero o le caratteristiche strutturali della società di destinazione.
Tra gli altri risultati è emerso che sono molti gli studenti intenzionati a tornare in Grecia dopo il completamento dei propri studi in Italia, anche se metà di essi non è assolutamente in grado di definire il periodo. Complessivamente, il 63% delle persone intervistate ha dichiarato di voler ritornare in Grecia, il 19% non è in grado di dare una risposta mentre il 18% afferma che tra i progetti di vita non è previsto un ritorno in patria. 
 Gli studenti intervistati durante la loro lunga assenza si identificano nel loro luogo natio, mantenendo vivo il legame con la Grecia e pensando, come accennato, ad un possibile ritorno. Tuttavia mostrano una forte indecisione sul periodo della sua effettuazione o, addirittura, mettono in seria discussione un possibile rientro.
È stato inoltre evidenziato che le aspettative di costruirsi un futuro e di trovare un lavoro corrispondente al proprio percorso formativo sono molto basse. Preoccupati e consapevoli delle gravose conseguenze e degli effetti negativi che l’attuale crisi economica ha innescato nel proprio Paese, gli studenti ellenici prendono in considerazione anche la possibilità, una volta rimpatriati, di partire nuovamente verso altri Paesi se le loro aspettative non dovessero essere soddisfatte. Ciò sta a significare che, oltre che ad un esodo finalizzato allo studio, si configura anche il rischio del brain drain laddove si decide di abbandonare nuovamente il proprio Paese alla ricerca di migliori condizioni di vita, della crescita professionale in relazione agli studi compiuti, di una maggiore soddisfazione a livello retributivo e di una qualità della vita superiore.
Tra coloro che non sono intenzionati a tornare nel Paese di origine il 53% ha dichiarato di volersi trasferire in un altro Paese che non sia la Grecia o l’Italia, mentre il 47% indica l’Italia come possibile luogo dove rimanere a vivere. Questa componente di studenti non sceglie la Grecia come Paese in cui mettere a frutto le esperienze formative accumulate ma preferisce rimanere all’estero per continuare gli studi post-laurea e per cercare un lavoro. Sono studenti alla ricerca di un destino migliore, convinti che la
Grecia non sia il luogo ideale per il riconoscimento e la valorizzazione delle conoscenze e competenze acquisite, ben consapevoli delle opportunità di lavoro sempre più scarse nell’attuale congiuntura economica. La visione pessimistica sulle sorti del proprio Paese li spinge, così, a cercare nel futuro orizzonti migliori in Italia, o in altri Paesi europei (Inghilterra, Svezia, Germania, Danimarca, Francia, Austria, Svizzera, Olanda, Spagna e Belgio) o extra europei (Stati Uniti e Dubai). Questo discorso vale soprattutto per gli studenti iscritti a medicina, contrari a tornare in patria e ad affrontare i problemi strutturali dell’organizzazione sociale greca (liste di attesa per studi di specializzazione, livello alto di corruzione, mancanza di prospettive professionali, ecc.). Ovviamente non è la fuga dei cervelli la causa principale della crisi economica che la Grecia sta attraversando oggi. Tuttavia se questo esodo massiccio di capitale umano dovesse assumere dimensioni ancora più grandi, come sembra probabile, la situazione potrebbe sicuramente peggiorare e così la Grecia continuerebbe a subire effetti depressivi per la propria economia e a perdere quelle risorse umane di cui ha bisogno per la ripresa socio-economica.


Πηγή:  http://www.west-info.eu/files/2013_EMN_VI_Report.pdf

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