battere la grancassa
Voler dare risalto eccessivo, pubblicità sproporzionata alla reale importanza di una persona o di un’impresa.
buttar via l’ acqua sporca con il bambino dentro
Disfarsi di cosa ritenuta inutile, senza avvedersi di buttar via, con essa, anche ciò che si deve conservare. Il significato letterale è abbastanza evidente e non abbisogna di spiegazioni.
babàu
Voce onomatopeica, imitante l’abbaiare del cane, che designa un essere immaginario e pauroso, nominato per spaventare i bambini e farli desistere da un capriccio: Smettila, se no chiamo il babau! Per estensione, persona o cosa di cui si ha sacrosanto timore.
Bacco, tabacco e Venere riducon l’uomo in cenere
L’eccesso nel bere, nel fumare e nei piaceri del sesso mina il fisico, e porta alla tomba. Il vizioso incallito risponde: “Purché ciò avvenga lentamente...”
bailamme
Sinonimo di grande confusione, strepito, baraonda. Viene dal turco bayram, nome di due feste solenni, una delle quali era assai rumorosa, legata al ricordo del biblico Abramo.
barbablù
Nomignolo affibbiato a un marito geloso e terribile, come il protagonista dell’omonima fiaba (1697) di Charles Perrault, che sgozza sei mogli, ma è ucciso dai fratelli della settima. Scherzosamente, si dice anche di persona d’aspetto feroce, che mette paura.
bastian contrario
Chi ha il brutto vezzo di contraddire continuamente, chi è sempre di parere contrario agli altri. Secondo il Panzini, era il nome di un malfattore finito sulla forca, “che solo per chiamarsi cosi diede origine al motto proverbiale”.
battista
Da Giovanni Battista. Cosi abbreviato, è il nome tradizionale del cameriere o maggiordomo, generalmente di famiglie nobili. E’ usato scherzosamente.
beati gli ultimi se i primi son discreti
Forma proverbiale scherzosa, che si sente ripetere a tavola: se i primi a servirsi non sono troppo golosi.
beati i poveri di spirito
In latino beati pauperes spinta. E’ una delle “beatitudini” enunciate da Cristo nel Discorso della montagna (Matteo, 5, 3; Luca, 6, 20). Il suo significato è: beati quelli che scelgono la povertà terrena e l’umiltà spirituale, per amore di Dio. Ma spesso l’espressione viene fraintesa nel senso di “beati gli sciocchi”.
beati monòculi in terra caecorum (pron. “...cekòrum”)
Latino: beati quelli che, in una terra di ciechi, hanno un occhio solo. E anche, nella forma italiana: In terra di ciechi, il guercio è re. Proverbio medievale di trasparente significato: in mezzo a un branco di sciocchi, chi lo è solo a metà sembra addirittura intelligente.
beccare
Voce volgare, soprattutto del gergo giovanile. Significa riuscire nell’intento di sedurre una ragazza.
beota
Sciocco, imbecille. Gli abitanti della Beozia, regione della Grecia centrale, erano considerati dagli Ateniesi assai tardi di comprendonio. Usato come aggettivo e sostantivo.
bestia nera
Persona o argomento il cui solo pensiero o menzione basta a suscitare ira, odio, timore. Un po’ come l’ombra di Banco , ma senza che all’origine di tali sentimenti debba esservi una antica colpa.
badagio Biagio!
Titolo di una fortunata canzonetta degli anni Trenta, autore Vittorio Mascheroni, passato nel linguaggio familiare con valore di bonario richiamo alla realtà e al senso della misura, di invito a non correre troppo con la fantasia.
Bicchiere della staffa
L’ultimo bicchiere, o bicchierino per chi pre-ferisce i superalcolici, prima di congedarsi; il brindisi d’addio. In ricordo di quando si viaggiava a cavallo, e colui che partiva aveva già, almeno metaforicamente, il piede nella staffa.
bis in idem
Latino: due volte nella stessa cosa. Locuzione usata a proposito di chi cade, due o più volt nello stesso errore.
blablà
Questo termine, usato da molti, viene dal linguaggio dei fumetti, di derivazione americana, e significa ciance, chiacchiere; e anche verbose digressioni, inutili ai fini del racconto.
bocca della verità
Si dice di persona assolutamente sincera, in ogni circostanza. E’ il nome di un mascherone murato all’esterno della chiesa romana di Santa Maria in Cosmedin, nella cui bocca si introduceva la mano per prestare solenne giuramento: secondo la leggenda, chi avesse giurato il falso non avrebbe più potuto ritrarre la mano dalla bocca minacciosa, pronta a mozzargliela.
boccone da prete (o da re)
Cosa squisita, anche in senso figurato. Ma con boccone del prete si intende scherzosamente il posteriore del pollo, parte peraltro considerata assai gustosa.
bolla di sapone
In senso figurato, cosa senza consistenza. Finire in una bolla di sapone: significa risolvere in un nulla di fatto, svanire a un tratto nell’aria, come le bolle che si fanno per gioco, soffiando in una cannuccia o in un cerchietto contenente un po’ di acqua insaponata.
bollare d’infamia
Additare al disprezzo generale. Deriva dall’uso di stampare col fuoco, sulla fronte o altra parte del corpo del colpevole, una lettera dell’alfabeto, a sigla infamante del delitto commesso. “F” (fugitivus) era il marchio dei disertori nell’antica Roma; “A” (adultera) quello che porta sul petto la protagonista de La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne (1804-1864), romanzo ambientato in una colonia puritana d’America, nella Boston del XVII secolo.
bollenti spiriti
Si usa in senso ironico, a indicare le manifestazioni di un carattere troppo impulsivo, troppo “infiammabile”. Calmare, placare i bollenti spiriti: ridurre o invitare alla ragione.
bollire in pentola
Di avvenimento, decisione importante, che si sta preparando in segreto.
bozzo (anche buzzo)
Abbastanza radicato nel linguaggio giovanile, anche se non universalmente diffuso: paesanotto, goffo nel vestire e nei modi. Un incrocio di “burino, cafone, paino”. Probabilmente deriva da “buzzurro”, voce nata in Toscana e adottata dai Romani per designare spregiativamente i Piemontesi calati nella capitale dopo il 1870. E “buzzurro”, a sua volta, da “buzzo”: “pancione”.
braccio secolare
In senso figurato, persona di fiducia di un superiore, che esegue in sua vece compiti sgradevoli nei riguardi di altri sottoposti: annunciare provvedimenti disciplinari, eseguire licenziamenti, eccetera. Il braccio secolare era il magistrato (nonché l’autorità dello stesso) che rendeva esecutive le sentenze dei Tribunali ecclesiastici, ivi comprese le pene corporali nei confronti dei membri del clero: pene che la Chiesa poteva decretare, ma non eseguire.
brain-storming (pron. “bréin stòmin”)
Dall’inglese brain, “cervello” e storm, “tempesta”. Tecnica creativa seguita nelle grandi aziende moderne, consistente nel riunire un gruppo di persone (in genere da cinque a dodici), le quali, assistite da un moderatore e ispirandosi a vicenda, espongono liberamente idee, proposte, suggerimenti circa un problema aziendale: lancio di un nuovo prodotto, sua presentazione fisica, slogan da adottare, eccetera.
brain trust (pron. ‘bréin tràst”)
Dall’inglese brain,”cervello”, e trust, “organizzazione, monopolio” . Gruppo di persone altamente qualificate, che affiancano e consigliano un capo politico o altra persona in posizione di potere. Un comitato di esperti, di “cervelloni”, che lavorano per una causa comune. L’espressione risale al 1933, quando Franklin Delano Roosevelt, eletto alla presidenza degli Stati Uniti, cercò il consiglio di eminenti personalità per trovare una soluzione alla crisi che dal 1929 travagliava il Paese.
break (pron. “bréik”)
Inglese: rompere, separare, interrompere. E’ l’ordine di separarsi e riprendere le distanze che l’arbitro di pugilato dà ai due contendenti, quando il corpo a corpo diventa confuso e irregolare. Anche, per certi anglomani, una pausa, una breve interruzione del lavoro: Alle 11 facciamo sempre un piccolo break per il caffè. E anche: il coffee-break, il tea-break.
break-even point (pron. “bréik ìven pòint”)
Inglese; usato nel linguaggio “aziendese”, ma fortunatamente in regresso perché sostituito da un preciso punto di pareggio: il prezzo minimo a cui si deve vendere una certa quantità di beni prodotta affinché la vendita della quantità stessa non avvenga in perdita.
brevi manu
Latino: a breve mano. Locuzione usata per indicare la consegna fatta personalmente, senza intermediari e senza atti giuridici, di lettere, documenti e, più spesso, di denaro.
briefing (pron. “brifin”)
Inglese. Come gran parte dei vocaboli dell’”aziendese” (pubblicità e ricerche di mercato, organizzazione, elaborazione dati, eccetera), proviene dal linguaggio militare. Indica la formulazione e la trasmissione delle istruzioni per eseguire una campagna pubblicitaria, o un’indagine di mercato in funzione della prima. Terminata la campagna o la ricerca, si ha il debriefing, che grosso modo è l’analisi dei risultati ottenuti.
budget (pron. “bàgit”)
Inglese: bilancio preventivo. La differenza rispetto a questo, in senso tecnico, è che il bilancio è un documento e uno strumento fisso, mentre il budget può essere variato nel corso dell’anno, o dell’esercizio, per adattarlo a circostanze impreviste, e può riferirsi a singole attività dell’azienda: per esempio, a una campagna pubblicitaria. E in uso anche la pronuncia francese (“buzè”) e dal francese la voce inglese discende: bougette,diminutivo di bouge, cioè “sacco, tasca, borsa”.
bufala
Romanesco, ma in via di espansione attraverso il linguaggio cine-radio-televisivo. Il sostantivo, una bufala, designa un film e uno spettacolo in genere che è stupido e noioso, e che quindi è una pizza . Per lo spettatore deluso, che si sente raggirato,bufala assume anche il significato (secondario) di turlupinatura, imbroglio, bidone .
business is business (pron. ‘bìsnis is b’snis”)
Motto proverbiale inglese: Gli affari sono affari, e in essi non devono entrare altre considerazioni. Analogo nel significato, anche se meno acre nell’intonazione, a les affaires sont les affaires.